Italiani: professione spioni? I consigli MailUp per difenderci

20 Ottobre 2020

Secondo un recente sondaggio di Google, il 13% degli italiani ha ammesso di aver letto, almeno una volta nella vita, la posta altrui. Che si tratti del partner o di un collega, non fa differenza: la tentazione fa l’uomo (e la donna) ladro e basta una piccola dimenticanza per rendere vulnerabile la nostra privacy.

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COME POSSIAMO DIFENDERCI?

Altri piccoli, vitali accorgimenti per difendere la nostra privacy web possono essere i seguenti:

  1.  non usare la stessa password per tanti servizi diversi, ma differenziarla – se non per tutti gli account, almeno per i più importanti (home banking, email, ecc)
  2. conservare la password in un posto sicuro (non all’interno di un file excel sul pc o, peggio ancora, su un foglietto nel portafoglio) e cambiarla almeno una volta all’anno
  3. se il nostro PC/tablet viene utilizzato da più persone, evitare di salvare la password nel browser e disconnettersi sempre al termine delle sessioni. Ricordiamoci che esistono virus/trojan in grado di accedere a tutte le password salvate nel browser!
privacy lavoro

COSA ALTRO POSSIAMO FARE?

Se utilizziamo MailUp, perché non provare a servirci di una vera e propria email “sentinella”? Attraverso la nostra console, infatti, potremo inviarci una email sentinella con oggetto e mittente accattivanti e verificare in tempo reale non solo se qualcuno legge la nostra corrispondenza, ma anche da dove (attraverso la verifica dell’IP). In questo modo saremo sicuri che qualcuno ci sta spiando e potremo prendere le giuste precauzioni senza cadere nel tranello delle inutili ossessioni e manie di persecuzione!

MA SARÀ PROPRIO TUTTA COLPA DEGLI ALTRI?

La domanda sorge spontanea: sono gli altri ad essere dei veri e propri ficcanaso fissati con lo spionaggio o forse siamo noi, per primi, a non essere attenti a difendere la nostra vita privata? Sempre secondo l’indagine Google, il 10% degli internauti utilizza come password il nome del proprio animale domestico, mentre l’8% si serve della stessa parola «password». Inoltre, il 6% degli utenti lascia le proprie parole chiave scritte su un post-it, proprio sulla scrivania dell’ufficio, mentre al 26% capita di abbandonare il proprio computer acceso – attenzione in questo caso, perché un intervistato su dieci ha ammesso di aver cercato di indovinare la password di un collega di lavoro!

Spesso, siamo noi stessi a lasciare le nostre informazioni personali esposte ad attacchi online, senza nemmeno rendercene conto: impariamo perciò a porre attenzione ai comportamenti noncuranti, poiché rischiano di causare gravi conseguenze anche nella nostra vita offline.

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