Quanto rende 1€ investito in email marketing?

20 Ottobre 2020

Ce lo siamo domandati moltissime volte, essendo del settore. E dopo aver letto questo interessante articolo di Ajay Kelkar sul blog Smart Data Collective, abbiamo pensato di tradurre alcune parti e condividerle con quanti si sono posti la nostra stessa domanda. Buona lettura!

Email vincenti e Televisione

La TV ha impiegato 13 anni per raggiungere 50 milioni di famiglie; a Facebook, invece, è bastato appena un anno per toccare quota 50 milioni di iscritti (più di un miliardo di persone vi accedono oggi ogni giorno). Quanto c’è voluto a Twitter ad arrivare a quota 50 milioni? Nove mesi.

Entro il 2014 si prevede l’attivazione di  un numero di account di posta elettronica che si aggira attorno ai 3,8 miliardi (erano 2,9 nel 2010); tuttavia, i social network sono attualmente la forma tecnologica a più veloce tasso di crescita, sia tra consumatori che tra gli utenti aziendali. Le stime parlano di oltre 3,6 miliardi di account entro il 2014.

E l’email marketing? E’ tutt’altro che morta!

Sai per quale motivo è così vincente? Perché è più economica! Secondo uno studio del 2011 dalla Direct Marketing Association (DMA), l’email marketing produce un ritorno sull’investimento pari a 40,56 dollari per ogni dollaro speso, rispetto ai 22,24 dollari della ricerca, i 12,71 dollari dei social network e i 10,51 dollari investiti sul mobile. Inoltre, sempre secondo la DMA, nel 2016 il ROI dell’email di marketing raggiungerà i 35,02 dollari per ogni dollaro speso, rispetto ai 13,43 dollari derivanti da attività sui social network (Vineet Manghani, Cognizant).

Email Marketing ROI

Sfruttare pienamente il potenziale dei Social network richiede una mentalità di “integrazione” e costringe i marketer a pensare in maniera uno-a-uno e cross mediale. E’ necessaria per questo la creazione di una vera e propria “spina dorsale” della campagna, che sfrutti il ricco patrimonio di dati che i consumatori producono, in maniera spontanea, attraverso la loro “vita social”.

Negli ultimi anni i vari Facebook, Google e Amazon hanno saputo sfruttare tutta questa mole di dati per creare tale “spina dorsale” e ciò gli ha permesso di migliorare i loro processi decisionali basandoli sull’infrastruttura tecnologica e sui software di analisi sviluppati, così da poter comunicare con i consumatori in tempo reale. Ogni anno, le aziende raccolgono sempre più dati sui punti di contatto con i clienti. I progressi tecnologici permettono ora una memorizzazione e una facilità di analisi dei dati che solo fino a cinque anni fa non sarebbe stata possibile. Le aziende hanno bisogno di guardare ai social e alle email tradizionali come a parte di una strategia di marketing più integrata, sulla base dei dati che vengono raccolti.

Come queste considerazioni impattano la buona vecchia email?

Nel suo libro “Permission Marketing”, Seth Godin fa riferimento all’email marketing quale “mezzo pubblicitario più personale della storia“. Questo accadeva nel 1999. Forse, oggi, abbiamo bisogno di rileggere bene quel messaggio e di reinventare l’email marketing.

Consulta l’articolo originale qui.

Questo articolo è stato scritto da

Nazzareno Gorni

Nazzareno Gorni

Laureato al Politecnico di Milano, ho iniziato l'attività professionale in una società di consulenza nel settore Marketing, ICT e CRM. Dopo cinque anni, insieme ad altri soci, ho fondato MailUp di cui oggi ricopro la carica di CEO. Sono inoltre docente a contratto presso l'Università IULM. Sono co-autore con l'avv. Maglio di "E-mail Marketing" (ed. Hoepli), "Fare business con Facebook - Email Marketing" (ed. Sole24Ore) e "Email Marketing 2.0" (ed. Hoepli).

Articoli correlati