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Ramona Caselli
1 Febbraio 2018
Tempo di lettura: 4 min.

Il Web Marketing nel 2018: 5 trend fondamentali

Dalle app di messaging ai sistemi vocali, dal SEO ai sottogeneri di Video Marketing: vediamo quali canali e tecniche digitali implementare in questi 12 mesi.

Come a ogni inizio anno impazzano gli articoli dedicati a nuovi trend, must, scommesse strategiche e dispositivi che promettono alle aziende un balzo avanti nel Digital Marketing.

Oggi è il nostro turno, e cercheremo di essere più puntuali e concreti possibili, sul piano teorico e su quello pratico: content marketing, inbound marketing, video, e gli altri temi caldi dell’anno a venire.

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1. Le applicazioni di social messaging

Di questi giorni è la notizia del lancio di WhatsApp Business, un’applicazione per Android pensata per le piccole attività con l’obiettivo di semplificare il modo in cui comunicano con i propri clienti e rendere più facile per gli 1,3 miliardi di utenti chattare con i brand.

L’evoluzione dei servizi di messaggistica è destinata a continuare. Più sono utilizzati, più diventa importante per i brand capire come valorizzare questo scenario. Noi di MailUp, come anticipato da Massimo Arrigoni alla Marketing Conference, concentreremo nel messaging buona parte dello sviluppo sulla piattaforma, in un’ottica di marketing conversazionale. L’obiettivo? Integrare l’Email Marketing con le più importanti piattaforme di messaggistica istantanea.

La spinta verso funzionalità sempre più utili all’interno delle app di messaggistica ha portato inoltre il moltiplicarsi di bot text-only e Facebook vuole che Messenger diventi la piattaforma preferenziale per il servizio di customer care, con la possibilità che la stessa chat business to consumer possa essere trasferita da Facebook al sito web di un brand. Ma non si tratta solo di assistenza e help desk: il mondo si rivolgerà sempre più ai robot di messaggistica per tutto – dal food delivery alle previsioni del tempo –, anche grazie al controllo vocale. E qui arriviamo al secondo punto.

2. Screen-first → Voice-first

Se è eccessivo pensare che questo passaggio si consumi nell’anno appena iniziato, è sicuramente fondamentale sottolinearne il trend. Parliamo degli assistenti vocali, più in generale della ricerca vocale.

In un futuro non lontano la maggior parte di noi parlerà quotidianamente con un’intelligenza artificiale e questo, inevitabilmente, apre nuovi scenari anche per i brand. Secondo Google, la ricerca vocale aumenterà durante tutto il 2018, ancora soprattutto grazie ai supporti smartphone e in generale mobile.

Le ricerche fatte con la voce sono più rapide, istintive rispetto a quelle condotte con l’ausilio della tastiera. Il motivo è elementare: l’atto dell’espressione vocale è molto più immediato del gesto di scrittura. Ma entriamo maggiormente nel dettaglio. Il punto seguente è il trait d’union tra ricerca vocale e l’ottimizzazione di siti e contenuti online.

Proprio perché la ricerca vocale è sempre più utilizzata, Google tende a dare maggiore evidenza e reperibilità ai cosiddetti risultati in posizione zero, ovvero gli snippet, mostrati dal motore di ricerca prima della posizione numero uno nelle SERP.

Uno snippet altro non è che il blocco dei risultati in cui sono mostrati:

  • Il titolo della pagina che potresti visualizzare con il clic sul blocco
  • L’URL di riferimento
  • La descrizione del contenuto della pagina stessa.

Ecco un esempio:

Gli snippet sono gli stessi risultati che vengono letti dai diversi assistenti vocali al momento di una ricerca che prevede, tra le varie risposte, anche il cosiddetto feature snippet, ovvero snippet in primo piano.

La direzione verso la quale si va è sempre più quella di utilizzare la ricerca Google non solo come un motore di ricerca ma come un vero e proprio assistente vocale. Google silenziosamente sta assecondando e incoraggiando (vedi Google Home) questo slittamento dalla ricerca scritta a quella vocale.

Dal punto di vista SEO questo trend porterà una serie di implicazioni, soprattutto per il modo in cui organizzeremo i testi e in generale i nostri contenuti.

4. SEO per scalare le SERP

Potrebbe non suonare come un trend del futuro prossimo, eppure il SEO è a tutti gli effetti l’attività su cui poggia (e poggerà) la buona riuscita di tante strategie. Il SEO è il fil rouge del Digital Marketing, capace di valorizzare investimenti e sforzi diretti, ad esempio, al rifacimento di una pagina del sito o alla scrittura di un blog post.

Per fare SEO è necessario l’aggiornamento continuo, costante, sugli algoritmi, sugli aspetti mutevoli della SERP (sempre più legate all’esperienza utente) e, per riallacciarsi ai punti precedenti, sulle possibilità aperte dalla ricerca vocale. Ora ad esempio sappiamo che, lato SEO, è utile usare testi più conversazionali e formulare titoli sotto forma di interrogazioni: Chi ha ucciso Kennedy? Cosa significa content marketing? Quando è nato Papa Francesco?

5. Content: video più lunghi, immersivi e 360

Il Content Marketing è una spugna che assorbe tutte le tecniche, i supporti e le modalità espressive che si affacciano nella società. Per il 2018 il contenuto avrà una crescente declinazione video, un formato che a sua volta si diversificherà al suo interno in sottogeneri.

Partiamo da alcune considerazioni sui video standard: sono senz’altro i contenuti che generano un maggior coinvolgimento e questa tendenza continuerà a crescere anche grazie allo spazio dato ai video sulle varie piattaforme, Facebook Watch in primis.

A questo proposito, in passato i social consigliavano ai brand di creare video sempre più brevi, tanto che divennero uno standard “i 6 secondi”. Ora, nonostante le conversazioni tra le persone siano riconducibili spesso a contenuti immediati e ristretti, va notato come come video ed esperienze di più estese trovino sempre più spazio.
Un esempio su tutti: il fenomeno del binge-watching, ma anche i podcast, i documentari di Vice o ancora le nostre Video Academy.

Spesso per l’uomo del terzo millennio si parla di soglie dell’attenzione inferiori a quelle del pesce rosso, e lo zapping era (e spesso è ancora) uno state of mind delle nostre generazioni. Ecco che questo luogo comune, in presenza di contenuti rilevanti, pare essere smentito.

Vediamo poi un sottogenere di video che emergerà sempre di più: era il 2015 quando Facebook e YouTube introdussero i video a 360 gradi. Il potenziale creativo e i conseguenti benefici per le aziende sono intuibili: se curati nel concept e nella realizzazione, i video 360 consentono agli spettatori di immergersi in luoghi, momenti e attività, generando un coinvolgimento molto più elevato rispetto ai video standard.

Uno studio di Skift ci mette davanti uno scenario contraddittorio: se il 51% degli utenti intervistati ha dichiarato di trovare i 360 molto più coinvolgenti di quelli standard, solo il 13% afferma di averci interagito.

Un bell’esempio di video immersivo è quello di VisitLEX Horses, l’ente del turismo di Lexington, in Kentucky (conosciuta come “horse country”): immergendo gli utenti tra cavalli e scuderie, il video consente una vista a 360° del territorio e di eventi e iniziative connesse. Ti invitiamo a dare un occhio al loro video, è un bellissimo esempio di 360 piegato al mondo dei viaggi.

Non smettere di imparare

Per saper raccogliere e valorizzare i trend futuri, serve padroneggiare strumenti e tecniche che sono (e saranno) la base del Digital Marketing. Per questo ne approfittiamo per offrirti uno sconto del 10% sul corso Web Marketing & Digital Strategyun percorso per imparare a:

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  • Progettare piani editoriali per i Social Media ed accrescere la tua audience
  • Pianificare campagne Social efficaci ed efficienti.

Questo articolo è sponsorizzato da Ninja Academy

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Ramona Caselli

Come Digital Pr & Co-marketing specialist, la comunicazione è la mia musica, la rete lo strumento, gli eventi il teatro. Curo la relazione con media partner, clienti e influencer sfruttando le conoscenze trasversali acquisite nell'ambito dello sviluppo di campagne di marketing online e offline.

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