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Andrea Serventi
19 Giugno 2018
Tempo di lettura: 7 min.

Vuoi aumentare le vendite? Prova con le email transazionali

Hanno tassi di apertura e fruizione altissimi: quindi perché non ottimizzarle per promuovere, fare upselling e cross-selling? Ecco 7 esempi pratici di email marketing transazionale.

Per comodità le chiamiamo ancora email transazionali, rimarcandone il carattere logisticoburocratico.

Ma con la maturazione di tecniche e strategie di Email Marketing, le cose sono cambiate, e le email transazionali sono ormai lontane dall’essere semplici, spoglie notifiche di un’azione dell’utente.

Oggi sono strumenti di marketing a tutti gli effetti. In questo post vogliamo darti alcuni suggerimenti e spunti pratici per convertire le email transazionali in opportunità di business.

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Cos’è un’email transazionale

Come suggerisce il nome stesso, le email transazionali sono legate a una transazione. Esempi sono le email inviateci da Amazon in seguito a un acquisto, per confermarci l’ordine andato a buon fine, la spedizione del prodotto e la sua consegna. Le email transazionali si piegano a ogni utilizzo, notificando l’acquisto di un biglietto, di un servizio, l’attivazione di una prova gratuita, fino alla più classica iscrizione alla newsletter.

Un aspetto delle email transazionali  è stato trascurato troppo a lungo: la capacità di far registrare risultati e performance nettamente superiori alle altre tipologie di email, quelle promozionali in primis.

Vediamo cosa è emerso dal nostro ultimo Osservatorio Statistico:

Le email transazionali hanno elevatissimi tassi di apertura e, di conseguenza, maggiori tassi di interazione rispetto alle email promozionali (le DEM) e alle newsletter.

Transactional + Promotional = 🔥

Il motivo di queste brillanti performance è intuibile: le transazionali sono il risultato di un comportamento dell’utente; in altre parole, il loro invio è innescato da un’azione del cliente o potenziale tale che, di conseguenza, ha tutto l’interesse ad aprireleggere la comunicazione ed eventualmente interagirci tramite link e call to action.

Impensabile quindi per i brand non approfittare di questo potenziale per rilanciare la relazione commerciale. Si tratta di cambiare la prospettiva con cui vediamo questa categoria di invii: l’email transazionale non è la comunicazione con cui si chiude un ciclo di relazione (“grazie per aver acquistato, il tuo ordine è in viaggio”), ma il luogo dove estenderla, darle nuovo impulso.

Vediamo allora alcuni modi di utilizzare le email transazionali per promuovere un contenuto, fare upselling o cross-selling.

7 idee per sfruttare le email transazionali

1. La thank-you email

Uno dei momenti in cui il cliente/destinatario è più ricettivo verso le nostre comunicazioni è quando ha appena effettuato l’acquisto. Ecco che l’email di ringraziamento si presta per molti brand a rilanciare o integrare l’offerta.

In queste email sono le tecniche e strategie di upselling a fare da padrone. I migliori esempi ce li forniscono le compagnie aeree che, come sappiamo bene, si ingegnano per integrare l’acquisto base con servizi e offerte complementari.

Ecco la welcome email di easyJet:

Orientamento → Up-selling

2. L’email di conferma ordine

Il mondo dell’e-commerce è, per forza di cose, il settore che fa un uso più massiccio delle email transazionali. Ogni azione del destinatario viene infatti notificata da un’email. Di conseguenza i più articolati piani di invio di email transazionali appartengono agli store online.

Vediamo un ottimo esempio di email transazionale finalizzata a confermare l’ordine.

Orientamento → Cross-selling

L’email di Crate&Barrel è rigorosa nella sua funzione “transazionale” e, al tempo stesso, ricca di nuovi prodotti e offerte: tutto quello che contiene – dati dell’ordine ai prodotti correlati – funzionale. In altre parole, l’email transazionale di Crate&Barrel ha una spiccata vocazione promozionale pur non dandola a vedere.

3. L’email di conferma spedizione

Piccola variazione sul tema precedente. Molti e-commerce prevedono l’invio di un’email transazionale anche per notificare l’avvenuta spedizione del prodotto. Per i marketer l’occasione è simile o identica a quella vista per le email di conferma ordine. In questo caso a fare la differenza saranno i dettagli, i brand che sapranno declinare al tema l’obiettivo di upselling o cross-selling.

Un brillante esempio ce lo offre Dollar Shave Club.

Orientamento → Cross-selling

Il brand di prodotti e accessori per la rasatura minimizza la comunicazione transazionale (“l’ordine è stato spedito in tale data”) per focalizzarsi sulla proposta di un nuovo ordine. Il tutto giocando sul concetto di scatola, del pacco contenente i prodotti ordinati: Your next box.

4. I reminder di scadenza account

Lo fa Netflix, ma solo parzialmente. Il gigante americano, per curare la relazione con l’utente che ha attivato la prova di 30 giorni, si affida alle drip campaign per accompagnare il destinatario all’acquisto.

Orientamento → Conversione in acquisto

Dicevamo che Netflix sfrutta parzialmente questo touchpoint, perché la proposta di serie tv e film (come puoi vedere) è relegata a una call to action. Si tratta comunque di un buon esempio per illustrare il potenziale promozionale delle email che notificano l’imminente scadenza del servizio.

5. Le email testuali di customer care

Il customer care è un altro momento di contatto “transazionale” da sfruttare. Si tratta di un insieme di invii (più o meno manuali) che non si appoggiano a una veste grafica, un layout. Sono email interamente testuali, ma che presentano un buon margine di manovra per rilanciare l’offerta.

A MailUp lo facciamo da anni, sfruttando la firma in coda a tutte le email testuali che inviamo. Lo abbiamo fatto promuovendo nuovi servizi

… oppure proponendo un contenuto: ebook, white paper e Osservatori.

Bonus: le email di double opt in e le welcome

Gli utlimi due casi li abbiamo etichettati come bonus perché, propriamente, non rientrano tra gli invii transazionali. Dal punto di vista strategico, però, lo sono a tutti gli effetti, e rappresentano occasioni di contatto e promozione irrinunciabili.

6. L’email di conferma iscrizione

Si tratta della primissima interazione tra brand e destinatario: l’email di conferma iscrizione. Tutti sappiamo di cosa si tratta (se così non fosse, ecco un articolo di approfondimento in cui ti spieghiamo perché il double opt-in è una best practice di Email Marketing): è quell’email con cui, noi utenti, confermiamo la volontà di iscriverci a una newsletter.

Il punto è che ancora molti brand si servono di email di conferma iscrizione preconfezionate, essenziali per non dire spoglie. Ecco uno dei più classici esempi:

L’email di conferma iscrizione può essere invece l’occasione per avanzare subito un vantaggio, un’occasione o un’offerta. E’ quello che fa Macy’s:

Orientamento → Promozionale

La semplice conferma iscrizione consente al nuovo contatto di beneficiare di un buono sconto. Si potrebbe anche obiettare che questa email di Macy’s sia fin troppo focalizzata sulla promozione (una scelta che rischia di inficiare l’obiettivo: portare un nuovo contatto in database), ma rappresenta un ottimo esempio di come sfruttare anche la più burocratica delle email transazionali.

7. La welcome email

È l’email che sancisce l’inizio della relazione, e che per il brand rappresenta il vero e proprio biglietto da visita: contribuisce a formare l’idea, l’aspettativa dei futuri invii di quella azienda. Di conseguenza, più positivo sarà l’impatto della welcome email (sia dal punto di vista grafico sia da quello dei contenuti), maggiore sarà la reattività ai seguenti invii.

Impensabile rinunciare a sfruttare questo touchpoint per amplificare l’offerta. Guardiamo cosa invia a ogni nuovo utente Skillshare, una piattaforma di e-learning.

Orientamento → Cross-selling

Oltre al benvenuto nella piattaforma e all’anteprima del corso (con relativa call to action), Skillshare suggerisce tre proposte di video-corsi che potrebbero interessare quel determinato utente.

Per concludere

Se pensi che sia troppo complesso inserire prodotti e offerte correlate in ogni email transazionale, devi sapere che esistono strumenti che semplificano e automatizzano il processo.

In MailUp, qualche settimana fa, abbiamo inserito due nuove funzioni: le sorgenti di contenuto e i moduli personalizzati. Semplificando, ecco puoi fare:

  • Importare nell’editor MailUp i contenuti tramite feed RSS/Atom o file CSV, Json o Zip
  • Ritrovarli all’interno dell’editor, già come moduli pronti – con titoli, testi, link, immagini, call-to-action ottimizzati
  • Filtrare facilmente le diverse sorgenti di contenuto, scegliendo in un clic i contenuti più adatti per ciascun messaggio.

In questo modo potrai inserire, in poche operazioni, prodotti (con relativi testi e immagini) all’interno delle tue email transazionali.

Tutta la tecnologia che ti serve è a portata di clic, e la trovi in MailUp. Se non hai mai provato la piattaforma, richiedi oggi una prova gratuita di 30 giorni.

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Andrea Serventi

Sono nato nel 1986 a Milano, dove mi sono laureato in lettere moderne e ho iniziato a scrivere di tante cose per quotidiani online, magazine e notiziari tivù. Convertito al marketing e al mondo digital, sono content editor di MailUp: leggo, ascolto, raccolgo spunti e scrivo, per raccontare cos'è l'email marketing e come renderlo strategico.

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