Costruire il mindset giusto per affrontare ogni sfida: intervista ad Alex Bellini

20 Ottobre 2020Tempo lettura: 7 min.

Il successo di un’azienda non passa solo per i numeri, ma anche per il mindset di chi la compone. Abbiamo intervistato Alex Bellini, che di mindset vincente se ne intende: ha remato in solitaria per oltre 30.000 km, oltre a numerose altre imprese. In attesa di vederlo sul palco di MailUp Marketing Conference, il 30 novembre.

Sul lavoro (e non solo) sentiamo spesso dire come Tizio sia nato per coprire quella posizione, mentre un certo progetto non sia proprio nelle corde di Caio. Ci abituiamo a pensare che i nostri talenti, le nostre debolezze, i nostri successi e i nostri insuccessi siano in gran parte determinati al di fuori di noi, da qualche caratteristica innata e incontrollabile, e perciò fatale.

Per fortuna, però, al mondo esistono anche gli sportivi. Quelle persone che passano la vita a spingere i propri record sempre più in là, a sfidare i propri limiti, a rompere il soffitto di vetro che inventiamo per noi stessi. Alex Bellini è uno di questi – all’estremo: avventuriero ed esploratore, ha sfidato gli angoli più inospitali del pianeta e portato a termine imprese incredibili.

Il suo esempio – e, più concretamente, la sua tecnica – possono guidare la crescita e il miglioramento personale anche in campi diversi dallo sport, come ad esempio quello del lavoro. Per questo abbiamo invitato Alex sul palco di MailUp Marketing Conference, unico sportivo tra tanti businessmen e businesswomen. Per aiutare chi non attraversa ghiacciai, ma lavora su fronti altrettanto complessi, a raggiungere i propri obiettivi.

In attesa del 30 novembre, quando sarà sul palco, lo abbiamo intervistato qui sul blog.

Alex Bellini

Come si costruisce il mindset giusto? Intervista ad Alex Bellini

Nella tua lunga carriera di sportivo estremo hai affrontato sfide che apparivano impossibili. Quali sono gli ingredienti necessari per avere successo?

Come in una qualunque prestazione sportiva di alto livello, il successo è frutto di un’interazione di tanti fattori: definizione di obiettivi chiari, stimolanti misurabili, preparazione fisica/tecnica/mentale, gestione degli imprevisti, abilità di lavorare in team, capacità di gestione emotiva, fiducia e rispetto reciproco, perseveranza di fronte alle avversità e, ovviamente, una certa dose di coraggio di agire accompagnata da tanta fortuna.

C’è un altro fattore cruciale per avere successo che spesso, essendo impegnati nel lavoro quotidiano, finiamo per perdere ed è il perché, ossia la ragione per cui facciamo ciò che facciamo. Non intendo vincere la medaglia alle Olimpiadi per uno sportivo o vendere prodotti e/o servizi per un imprenditore. No, quello è il cosa. Il perché è la ragione per cui siamo disposti a concentrare le nostre azioni quotidiane verso quegli obiettivi a lungo termine.

È il significato più alto che riusciamo ad attribuire alle nostre azioni e, secondo la mia esperienza, solo chi è in grado di tenersi allineato a quella fonte di ispirazione riesce davvero a fare la differenza.

Per quanto le avventure che affronta uno sportivo e quelle che invece fronteggia chi lavora nel marketing possano sembrare molto differenti, alla base serve un mindset determinato e strutturato. Qual è il modo migliore di ottenerlo?

Sicuramente il mindset, o forma mentis, è un ottimo predittore del risultato finale tanto nello sport quanto nel business. Carol Dweck, la professoressa della Stanford University che studiò per anni il mindset negli esseri umani, distingue persone dal mindset fisso e persone dal mindset dinamico.

Esse, in maniera molto sintetica, differiscono per le credenze che hanno su se stesse e per come reagiscono, in particolare davanti al fallimento. Le persone con mindset dinamico si esprimono con frasi tipo:

  • “I miei sforzi e la mia attitudine determinano i risultati finali”
  • “La sconfitta è un’opportunità di crescita”
  • “Mi piacciono le sfide nuove”

mentre le persone con mindset fisso si esprimono con frasi tipo:

  • “O le cose mi vengono subito o non mi verranno mai”
  • “Le mie potenzialità sono predeterminate”
  • “Se fallisco non è mai colpa mia”
  • “Non mi piacciono le sfide”.

Il modo migliore per sviluppare un mindset dinamico è innanzitutto diventare più consapevoli del proprio linguaggio interno. Ricerche sostengono che nell’80% dei casi siamo inconsapevoli del nostro auto-dialogo. Fatto questo primo e imprescindibile passo, il secondo è mettere in dubbio le nostre credenze con domande tipo:

  • “E se quello che credo non fosse vero?”
  • “Da quale altra prospettiva potrei vedere questa situazione?”
  • “Ciò che penso mi porta un passo più vicino al mio obiettivo?”

Un altro esercizio pratico per trasformare un mindset statico in dinamico è quello di osservare ed ascoltare le altre persone quando si esprimono. Se è difficile notare le piccole sfumature in noi stessi, è molto facile vederle nelle altre persone.

Alex Bellini

C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela, e qual è stato l’elemento che ha consentito la svolta?

Durante la traversata dell’oceano Pacifico in barca a remi del 2008, in cui passai in mare 10 mesi in solitaria, vissi diverse situazioni critiche. Non fui mai in pericolo di vita, ma l’accumulo di stanchezza e l’ambiente estremamente sfidante mi avevano messo molto in difficoltà.

Mi ricordo in particolare un giorno, 8 mesi dopo la partenza da Lima, in cui proprio toccai il fondo. Ne venni fuori solo con l’aiuto di mia moglie con la quale potei parlare brevemente al telefono satellitare. Credo che contribuirono più elementi: il suo costante incoraggiamento, l’invito a concentrarmi esclusivamente su ciò che potevo controllare e recuperare la dimensione del qui e ora, ossia vivere il presente anziché nel futuro.

In quella breve telefonata mi aiutò anche a ricordare a me stesso che io potevo farlo e ciò alimentò nuovamente la volontà di farlo.

Quanta parte del giusto mindset è innata e quanto frutto di lavoro su se stessi?

Premetto che non credo nel talento, ma solo nell’allenamento e nel duro lavoro. Detto questo, sono dell’idea che nasciamo tutti con il giusto mindset: infatti venire al mondo è già una sfida che solo la migliore delle tantissime combinazioni di geni (padre-madre) riesce a compiere!

Quindi, solo per il fatto che veniamo al mondo, siamo il frutto di una sfida che abbiamo vinto. Lo shift di mindset avviene a partire da quel momento, perché l’ambiente in cui siamo immersi ci influenza moltissimo. Esso può essere funzionale o non funzionale allo sviluppo del nostro mindset.

Quindi direi che il mindset che sviluppiamo crescendo è al 100% influenzato dal lavoro che facciamo su noi stessi e dal lavoro che le persone, talvolta del tutto inconsapevolmente, fanno su di noi.

Di che cosa parlerai a MailUp Marketing Conference?

Durante il mio intervento a MailUp Marketing Conference, partendo dalla mia esperienza personale di esploratore, racconterò di come ognuno di noi può elevarsi non fino al suo massimo proprio potenziale ma sin dove crede di poter arrivare.

Alex Bellini: l’avventuriero che sposta i confini di ciò che è possibile

Alex Bellini è un esploratore e uno speaker motivazionale. È nato in Italia nel 1978, in un piccolo villaggio tra le Alpi. È dalle montagne che Alex impara la sua prima lezione: aggrapparsi alla roccia e tenere duro, sempre alla ricerca di un punto d’appoggio, anche quando il supporto sembra mancare. È questa filosofia che lo ha spinto negli ultimi 17 anni a esplorare gli ambienti più ostili del nostro pianeta.

Nel 2001 Alex corre la Marathon des Sables, un’incredibile avventura di 260 km nel deserto del SaharaNel 2002 e 2003 cammina attraverso l’Alaska, spingendo una slitta per un totale di 2.000 chilometriNel 2005, rema da solo per 11.000 km attraverso il mare Mediterraneo e l’ Oceano Atlantico per un totale di 227 giorni.

Nel 2008 si ripete e rema per 18.000 km attraverso l’ Oceano Pacifico, dal Perù all’Australia, in 294 giorni, ancora una volta da solo. Nel 2011 Alex corre per 5300 km attraverso Stati Uniti: da Los Angeles a New York, in 70 giorni. Nel 2017 è il primo esploratore della storia ad attraversare d’inverno il più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajökull (Islanda).

Nel 2018 l’esplorazione si sposta sul piano mentale e partecipa alla EMU 6 day race World Trophy – in Ungheria, corsa non-stop di 6 giorni su un circuito di 1 km. Segna il nuovo record italiano di categoria classificandosi al 7º posto assoluto con 721,751 Km percorsi.

Attualmente sta lavorando per realizzare un progetto denominato “10 rivers 1 ocean”, in cui nei prossimi 3 anni navigherà sui dieci fiumi più inquinati al mondo.

La sua vita e le sue avventure sono prova della straordinaria capacità di adattamento, di perseveranza e di leadership personale di ogni essere umano. Le sue esperienze ci dimostrano anche che per tutto esiste un limite, alle volte per sopravvivere dobbiamo superarlo, altre volte per sopravvivere dobbiamo rimanerne lontani. Dal 2014 lavora al fianco di atleti (e non solo) per sviluppare l’intelligenza agonistica, cioè l’insieme di competenze insite nella naturale tendenza dell’uomo di progettare, superare e prevedere le sfide con se stesso con gli altri e con l’ambiente attorno.

Appuntamento a MailUp Marketing Conference

Manca poco: ci vediamo il 29-30 novembre a Milano per vedere Alex Bellini e tanti altri speaker di ugual calibro portare la propria storia sul palco. Dal mindset sportivo alle tematiche più vicine al mondo business, ci sarà tantissimo da imparare per affrontare le sfide del marketing conversazionale.

L’agenda completa è disponibile sul sito dell’evento, insieme a tutte le informazioni su come arrivare e come acquistare i biglietti. Ci vediamo lì!

Iscriviti a MailUp Marketing Conference

Questo articolo è stato scritto da

Maria Giulia Ganassini

Maria Giulia Ganassini

Creo contenuti che raccontino l'email marketing e le sue strategie in modo semplice, utile e interessante per tutti, da chi è alle prime armi agli esperti. L'obiettivo è svelare il mondo complesso e articolato che si cela dietro ogni bottone "invia". Credo negli orizzonti aperti e nella curiosità costante.

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