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Andrea Serventi
26 Febbraio 2021
Tempo di lettura: 4 min.

I lavori con vista sul business del futuro: i settori sales & marketing

La top 5 dei profili più ricercati nel futuro immediato, ma anche le professioni e le attività destinate al declino e quelle che nasceranno grazie alla diffusione di nuovi tool e tecnologie

Sono appena iniziati i ventiventi e già iniziano a proliferare previsioni e proiezioni sul business del decennio appena iniziato.

Se qualche settimana fa abbiamo intervistato otto esperti per farci raccontare quali saranno i trend per il 2020, oggi vogliamo guardare ancora più lontano, tracciando l’evoluzione delle professioni e delle attività nel settore sales & marketing da qui al 2030.

Appoggiandoci ai rilievi emersi dallo studio Jobs of The Future, condotto da Hays su un panel di 700 professionisti italiani del settore sales & marketing, vedremo quali sono i profili più ricercati e quelli che – se non troveranno adeguato aggiornamento lavorativo – conosceranno un inesorabile declino.

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Dallo sviluppo di integrazioni al supporto strategico, dalla creazione di concept creativi all’ottimizzazione dei risultati.

Il minimo comun denominatore: flessibilità

Quando si pensa ai lavori i e ai business del futuro, istintivamente siamo portati a una visione in cui domina la specializzazione, la capacità di portare nelle diverse realtà aziendali skill e competenze sempre più tecniche e specifiche.

A emergere dallo studio, e in generale dal mercato del lavoro, è però un’altra esigenza: la flessibilità. In altre parole nel futuro aumenterà la richiesta di risorse capaci di adattare velocemente le proprie skill e attività ai continui progressi tecnologici.

Un trend di business del futuro che investirà anche il settore sales & marketing, dove crescerà la domanda di professionisti esperti in multicanalità, all’interno di un contesto dove la flessibilità sarà una delle skill più apprezzate e ricercate.

I profili professionali più ricercati da qui al 2030

Digital Analyst

91,6% delle preferenze

Che il web sia la nuova frontiera della commercializzazione è cosa nota e alla luce del sole (secondo una recente ricerca di Cisco il 68% delle imprese ritiene fondamentale incrementare attività di Digital e Web Marketing).

Il punto è un altro: come gestire e organizzare il flusso di dati e informazioni a disposizione delle aziende?

Qui entra in gioco il Digital Analyst.

Che cosa fa un digital analyst?
É la figura che provvede all’analisi e alle proiezioni dei dati di vendita, dei risultati delle campagne di marketing, delle
abitudini di consumo e dei trend di mercato

Insomma, il Digital Analyst è incaricato dell’analisi dei processi aziendali, per comprendere cosa è stato ottimizzato e cosa è necessario ottimizzare sulla base dei risultati ottenuti.

Digital Strategist

88,5% delle preferenze

Già da queste prime preferenze appare chiara l’esigenza di profili con responsabilità decisionali. Il Digital Strategist è incaricato dell’identificazione di bisogniobiettiviopportunità di business, e del coordinamento di reparti e componenti.

Ma cosa fa questa figura in altre parole? Crea e supervisiona l’esecuzione di un piano tramite iniziative specifiche con cui raggiungere gli obiettivi del brand o del cliente dell’agenzia.

Essendo negli ultimi 15 anni aumentato esponenzialmente – ovviamente grazie alla tecnologia – il numero di canali con cui raggiungere i consumatori, saranno sempre più necessarie competenze strategiche in grado di pianificare organizzare in modo organico le diverse azioni.

Web Content Strategist

84,1% delle preferenze

Partiamo da una consapevolezza che ancora molte aziende devono maturare: non esiste Content Marketing efficace senza una reale Content Strategy, che prepari, sorregga, potenzi il contenuto prodotto.

I due campi vengono ancora troppo spesso confusi e accorpati. È invece fondamentale sottolinearne differenze e gerarchie: il Content Marketing è la creazione e diffusione di contenuti rivolti a una audience ben circoscritta, con lo scopo di attrarla e indirizzarla verso precise azioni utili all’azienda; la Content Strategy, a cui il Content Marketing è subordinato, si occupa invece degli aspetti di pianificazione, della gestione del contenuto durante tutto il suo ciclo di vita.

Insomma, il Content Strategist non ha in carico la fase dell’implementazione del contenuto, bensì le attività di analisi, di allineamento del contenuto agli obiettivi, della definizione di indirizzi di sviluppo e diffusione, della misurandone a posteriori dei risultati.

Digital CRM Manager

82,7% delle preferenze

Si tratta di una figura che si è molto trasformata negli ultimi anni, in particolare con l’entrata in vigore del GDPR. Il Digital CRM Manager sarà sempre più un profilo fondamentale nella lettura e nell’interpretazione della relazione tra brand e cliente, con l’obiettivo di indirizzare in modo efficace attività e business: dalle campagne di remarketing fino all’acquisto in store con fidelity card.

Valorizzando tutte le informazioni sulla relazione brand-cliente, il Digital CRM Manager  permette di offrire servizi e comunicazioni mirate ed efficaci.

E-commerce Manager

81,6% delle preferenze

L’ascesa dell’e-commerce pare inarrestabile e irreversibile. Per questo non poteva non essere segnalata dalle aziende come prioritaria una figura strategica dedicata alle vendite online.

L’E-Commerce Manager è un profilo indicato come fondamentale per le sue capacità di agire in estensione e in profondità: definendo le strategie di vendita di uno store online ed essendo dunque responsabile del raggiungimento degli obiettivi, l’E-Commerce Manager sovrintende allo sviluppo e alla gestione di tutti i canali, presidia tutti i touch points che effettua il cliente digitale ma anche fisico.

In questo contesto una delle competenze chiave dell’E-Commerce Manager sta nella capacità di servirsi degli strumenti di analytics, nel basare la propria attività sugli indicatori di performance.

Le figure lavorative in ritirata

Per una professione che sale, c’è una professione che scende. Secondo il 53% delle aziende entro i prossimi 10 anni potrebbero sparire tra il 20% e il 50% delle attuali attività del settore, rese obsolete dallo sviluppo della tecnologia.

Vediamo quali sono le professioni che tenderanno a retrocedere se prive di adeguate competenze in ambito digitale:

  • Key Account Manager (38,9% delle preferenze)
  • Marketing Specialist (29,7% delle preferenze)
  • Sales Manager (28,4% delle preferenze)
  • Brand e Product Manager tradizionali (25% delle preferenze).

Le figure professionali che nasceranno

Suggestive invece le indicazioni emerse in merito alle professioni del futuro, che si svilupperanno da qui al 2030, sull’onda della diffusione di nuovi tool e nuove tecnologie. Anche in questo caso, fattore differenziante saranno le competenze digital:

  • Marketing Consultant specializzati in intelligenza artificiale (48,6% delle preferenze)
  • Profili esperti nella Customer Experience (45,4% delle preferenze), intesi come professionisti che si dedicano alla creazione di esperienze di acquisto sempre più personalizzate per il consumatore
  • Neuromarketing Manager (44,7% delle profilazioni), profili specializzati in metodologie e strumenti legati alle neuroscienze e rivolti all’individuazione dei canali più diretti nei processi decisionali d’acquisto
  • Esperti di Profilazione Narrowcaster (33,4% delle preferenze), figure – quest’ultime – specializzate nel campo della comunicazione e che con il compito di collaborare con editor e agenzie per creare prodotti audiovisivi il più possibile in linea con esigenze e gusti del pubblico
  • Augmented Reality Marketing Manager (32% delle preferenze), specialista di quella tecnologia diventata di dominio pubblico grazie al progetto Google Glass e che in futuro conoscerà ulteriore sviluppo e diffusione a strati più ampi di utenza.

Per concludere: sull’importanza del lifelong learning

Per tenere il passo delle nuove tecnologie è imprescindibile la formazione continua: il 36% dei professionisti intervistati sostiene la necessità di aggiornamento ogni sei mesi, mentre il 35% ogni tre mesi.

Emerge l’esigenza di quella pratica che – applicata a ogni livello, dall’istruzione alla formazione – viene definita lifelong learning (o apprendimento permanente o apprendimento continuo), cioè un processo individuale che mira all’acquisizione di ruoli e competenze e che conduce a un’evoluzione continuativa.

L’obiettivo del lifelong learning è quello di modificare o sostituire, sia in campo professionale sia in quello personale, un apprendimento non più adeguato ai nuovi bisogni sociali o lavorativi con conoscenze attive e spendibili.

Il lifelong learning consiste insomma in un processo di educazione, formazione e aggiornamento che si protrae lungo tutto l’arco dell’esistenza.

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Andrea Serventi

Sono nato nel 1986 a Milano, dove mi sono laureato in lettere moderne e ho iniziato a scrivere di tante cose per quotidiani online, magazine e notiziari tivù. Convertito al marketing e al mondo digital, sono content editor di MailUp: leggo, ascolto, raccolgo spunti e scrivo, per raccontare cos'è l'email marketing e come renderlo strategico.

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