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Andrea Serventi
20 Ottobre 2020
Tempo di lettura: 8 min.

Un primo punto sull’impatto del Covid-19 tra e-commerce e media

Abbiamo raccolto alcuni dei dati più interessanti emersi finora relativi all’incidenza del virus su traffico, acquisti online e social media.

L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando impone un vero e proprio controllo sociale, che incide sui comportamenti e le abitudini di ognuno.

Gli effetti sul mercato, sui consumi, sui canali di comunicazione sono stati immediati, e la loro osservazione sta iniziando a prendere piede.

Non mancheranno in futuro il tempo e l’attenzione per comprendere il fenomeno e analizzarlo in profondità; per il momento possiamo limitarci a studi e ricerche che ci restituiscono uno sguardo globale, panoramico, sulla situazione.

Così abbiamo raccolto i dati e i numeri più interessanti emersi finora sull’impatto dell’emergenza sanitaria sul mondo della comunicazione, del digital e di quel settore legato a doppio filo all’online, l’e-commerce.

Ne approfittiamo inoltre per anticiparti che stiamo conducendo la nostra analisi sui flussi di email inviate tramite MailUp: uno studio che quanto prima condivideremo con voi, per aiutarci a comprendere come si sta comportando l’ecosistema email in questo periodo di emergenza.

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L’andamento del traffico su Internet nel Nord Italia

A condurre lo studio è stata la società americana Cloudflare, che ha analizzato i comportamenti del web e verificato com’è cambiato il traffico con l’insorgere dell’emergenza coronavirus.

Lo studio è stato condotto (oltre che su Seattle e Corea del Sud) sul Nord Italia, restituendoci un quadro in cui il traffico Internet è cresciuto di oltre il 30% nel confronto tra due periodi: 1-8 gennaio 2020 e 5-12 marzo 2020. L’incremento è registrato in tutte le ore del giorno e della notte.

Entrando più in profondità, il traffico è aumentato di mattina presto rispetto a inizio gennaio, quando la curva crescente iniziava rapidamente alle 9.00 e raggiungeva il suo picco diurno intorno alle 14.00. In piena emergenza, il traffico raggiunge invece il suo picco proprio alle 9.00.

Lo studio sisofferma anche sui cambiamenti nel modo in cui le persone utilizzano Internet:

  • Il traffico su sistemi di messaggistica è aumentato da 1,3 a 3 volte rispetto al normale utilizzo
  • Lo streaming video è quasi raddoppiato
  • Le persone accedono a siti di notizie con un incremento che va dal 30% al 60%
  • L’utilizzo dei giochi online registra un +20%.

L’utilizzo dei dati per combattere l’emergenza. Notizie dall’Italia:

› Il governo userà i big data nell’emergenza coronavirusLo racconta Wired, secondo cui sta nascendo una task force all’interno del ministero dell’Innovazione, che affiderà all’università di Pavia una ricerca basata sui dati di Facebook (preservando la privacy)

› Lo studio Covid-19 & Mobility ha cercato di capire se gli italiani rimangono davvero a casa. A pubblicarlo due docenti in Statistica all’Università di Bergamo, i quali hanno sfruttato i parametri di geolocalizzazione degli smartphone (tutelando l’anonimato delle persone) per mostrare che, dopo i primi giorni di rispetto delle regole, le persone che si spostano sono aumentate pericolosamente.

L’impatto sull’e-commerce

Come è facile immaginare, l’e-commerce ha ricevuto un fortissimo impulso dall’emergenza sanitaria. A fare un primo punto è stato Inmediato Mediaplus, che mette in luce come i valori dell’e-commerce registrino un trend positivo dall’inizio della crisi, con un picco nel periodo tra l’8 e il 10 marzo.

Questo è invece un grafico che propone un confronto tra 1 febbraio-10 marzo 2019 e lo stesso periodo del 2020. L’andamento non subisce grandi variazioni fino al 27 febbraio, per poi decollare dal 6 marzo.

Lo studio di Xingu si è chiesto invece quanto questo cambiamento sociale impatti sui consumi e alcune tipologie in particolare. Come perimetro sono stati scelti più di 80 brand relativi a 5 categorie: Grocery, Giochi e Giocattoli, Libri, Benessere & Pharma, Kitchen Appliance e Design.

L’arco di tempo preso in esame va dal 16 febbraio (data in cui non si registravano ancora casi) al 14 marzo, con particolare attenzione alla settimana del lockdown (dall’8 al 14 marzo).

In questografico troviamo i trend di visualizzazione delle pagine per le categorieanalizzate:

Evidente il picco della settimana 1-7 marzo per quasi tutti i settori, a eccezione di Giochi e giocattoli, la cui ascesa prosegue nelle successive settimane.

Ecco inveceil grafico con i trend di vendita:

Cosa succede sui social?

Come sempre i social sono i luoghi dove più corrono la discussione da una parte e l’informazione dall’altra (rimanendo il mezzo privilegiato per far circolare le notizie, vere o false che siano).

Blogmeter ha analizzato le conversazioni provenienti da Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, blog, siti di news, che – nel periodo che va dal 20 al 27 febbraio – contenevano sia la keyword Milano sia quella Coronavirus (comprese le sue diverse declinazioni, COVID19corona virus, ad esempio).

Dal 20 febbraio (giorno precedente alla diffusione della notizia sul primo caso italiano di coronavirus) al 27 febbraio le conversazioni che soddisfano i requisiti visti sopra sono state oltre 153 mila e hanno generato quasi 5 milioni di interazioni. Il picco di conversazioni si è avuto nelle giornate tra domenica 23 e lunedì 24 febbraio, quando sono stati diffusi e comunicati i provvedimenti tesi a limitare la diffusione del virus (chiusura di scuole e dei luoghi di aggregazione).

Se la maggior parte delle conversazioni erano concentrate tra Facebook e Twitter, a far registrare il picco di engagement è stato YouTube, grazie al contributo fondamentale dei video pubblicati da quotidiani e testate online.

Interessantela distribuzione per topic:

Si capisce come i tre temi più discussi sono quelli con il maggior impatto sulla quotidianità delle persone (scuola, mascherine, supermercati); al contrario, più periferici i temi con una minore incidenza sulla vita di tutti i giorni (le conseguenze sull’economia e il turismo).

Se consideriamo però la distribuzione nel tempo, scopriamo che i temi scuola e mascherine e igienizzanti risultano avere avuto il picco massimo nei primi due giorni dall’inizio dell’emergenza; le conversazioni incentrate sui temi economici sono salite alla ribalta a partire da lunedì e martedì, quando si è tentato (solo momentaneamente) di allontanare l’allarme dei primi giorni.

Cosa stanno facendo le piattaforme social:

› TikTok e Facebook si attivano contro le fake news sul Coronavirus
Il World Health Organization, l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite specializzata nella sanità pubblica, ha aperto ufficialmente il suo canale TikTok per affrontare le fake news sul Coronavirus. Il lancio di questo account vuole contrastare lo scoppio la disinformazione che sta circolando sui social, in particolare Facebook, Twitter e TikTok. Facebook, sulla scia del progetto “harmfully misleading” di Twitter, ha annunciato il suo impegno nel limitare e vietare le pubblicità che menzionano “Coronavirus” (per intervenire sulla diffusione di sedicenti cure e prevenzioni).

› Facebook impone il blocco sulle pubblicità per l’acquisto di mascherine.
Per evitare la speculazione sul Covid-19, anche Facebook ha scelto di vietare le pubblicità di prodotti per la prevenzione e la cura del virus, come le mascherine mediche. Allo stesso modo, nel futuro prossimo, la piattaforma si impegna a chiudere i gruppi a tema Coronavirus, con l’obiettivo di arginare la diffusione del panico e delle fake news.
Facebook e Instagram hanno inoltre introdotto delle notifiche che rimandano alle informazioni veicolate dalla World Health Organization, l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite specializzata nella sanità pubblica.
Inoltre Facebook ha introdotto per gli utenti il Business Resources Hub, con l’obiettivo di supportare i business di piccole e grandi dimensioni nello svolgimento di task quotidiani che possono essere tranquillamente portati avanti dalla propria abitazione.

Upcoming: il nostro studio sull’andamento del canale email

Come detto, con questo post volevamo mettere insieme alcuni numeri e risultati relativi all’incidenza dell’emergenza sanitaria su alcune aree chiave del mondo digital.

Anticipiamo che stiamo analizzando i flussi di invio da MailUp nelle ultime settimane, così da restituire un quadro utile sull’impatto dell’emergenza sanitaria e del lockdown sulle strategie di Email Marketing delle aziende.

Ti ricordiamo inoltre che, per fare rete con le imprese italiane, abbiamo avviato una serie di iniziative offrendo soluzioni gratuite per migliorare e formarsi. Restando a casa, ma senza restare fermi.

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Andrea Serventi

Sono nato nel 1986 a Milano, dove mi sono laureato in lettere moderne e ho iniziato a scrivere di tante cose per quotidiani online, magazine e notiziari tivù. Convertito al marketing e al mondo digital, sono content editor di MailUp: leggo, ascolto, raccolgo spunti e scrivo, per raccontare cos'è l'email marketing e come renderlo strategico.

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