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Andrea Serventi
20 Ottobre 2020
Tempo di lettura: 5 min.

Email Blacklist: breve guida per capire cos’è e come starne alla larga

Dalle spam trap alle segnalazioni dei tuoi stessi contatti. Facciamo luce tra i luoghi oscuri delle liste nere e vediamo quali azioni e strumenti ti aiutano a non cascarci dentro.

Ogni campo ha la propria lista nera, anche solo metaforica: la blacklist indica generalmente un registro di soggetti, entità, o persone a cui, per i più svariati motivi, è negato un particolare servizio, diritto o privilegio.

Nel mondo informatico e online, la lista nera è un firewall che limita l’accesso da determinate fonti, che impedisce le visite a siti classificati come pericolosi.

Il minimo comun denominatore è il vietare l’accesso da fonti esplicitamente indicate. Per il resto, in ogni campo, la blacklist ha propri connotati; in questo post facciamo luce su quelli del mondo email.

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Che cos’è una blacklist nell’Email Marketing?

Si tratta di un database continuamente aggiornato di IP o domini di email che sono stati contrassegnati come spam o come contenuti nocivi.

Blacklist basata sul dominio: lista di domini dai quali si suppone vengano inviate email contenenti testo classificabile come spam.

Blacklist basata sugli IP: lista di IP di singoli computer noti per l’invio di spam, di server dai quali viene inviato spam o di provider di posta elettronica dai quali domini viene inviato spam.

Cosa succede se l’indirizzo IP è classificato anche una sola volta come fonte di spam? Verrà inserito in una blacklist e tutte le email inviate da lì saranno bloccate, finendo nella posta indesiderata. Potremmo vedere la blacklist come un penitenziario di indirizzi IP e domini.

Come per i filtri anti-spam, i diversi provider di posta elettronica si servono di diverse blacklist contemporaneamente (è il caso di Gmail). Se un’azienda si trova a essere inserita in una di queste liste non significa necessariamente che le proprie email saranno bloccate da tutti i server (questo perché non tutte le blacklist condividono con le altre le proprie informazioni).

Nel corso degli anni MailUp ha costruito solide relazioni con molti dei principali ISP e blacklist al mondo, con i quali la condivisione di informazioni relative a policy, pratiche e potenziali problematiche è costante.
Il sostegno di qualsiasi ISP, amministratore di posta elettronica o proprietario di blacklist – che intenda aiutare MailUp a fornire un miglior servizio o a collaborare – è il benvenuto, ed è invitato a scrivere all’indirizzo abuse@mailup.com.

Come si finisce in una blacklist?

Il dominio ol’IP può finire in blacklist per via di una spam trap o per via di un’azionedel destinatario (la segnalazione spam).

Le spam trap

Chiamateanche honeypot, le spam trap sono uno degli strumenti più utilizzati dai grandiISP nazionali e internazionali. Si suddividono al loro interno in duetipologie:

  • Spam trap riciclate
    Non sono altro che email in disuso da diversi anni. Una volta che il provider ha dichiarato l’indirizzo come inattivo, questo può essere riutilizzato come spam trap riciclata. La differenza con la spam trap tradizionale è che quest’ultima non è mai stata utilizzata per alcuna registrazione, mentre quella riciclata, prima di diventare una spam trap, apparteneva a qualcuno che non ne ha fatto uso per diversi anni.
  • Spam trap pure
    Le spam trap cosiddette pure (o incontaminate) sono indirizzi email creati al solo scopo di fungere da spam trap. Si tratta di account che, non avendo un reale proprietario, non risultano iscritti ad alcun database. Pertanto, questi indirizzi possono ricevere email solo e solamente a seguito di scraping o acquisti di database. Finire in una spam trap pura ha un impatto maggiore sulla reputazione di un brand, perché spia inequivocabile di invii effettuati su indirizzi email raccolti senza il consenso. Qualsiasi email ricevuta a questi indirizzi viene infatti considerata spam dall’ISP o dai servizi antispam.

Le azionidei tuoi contatti

Anche chi si è iscritto al tuo database con un’esplicita dichiarazione di consenso potrebbe prima o poi segnalarti come spam: succede quando un contatto non riceve tue comunicazioni da tempo, oppure quando non ricorda di essersi iscritto alla tua mailing list; oppure potrebbe subentrare una motivazione esterna, come l’insofferenza per il generale sovraffollamento della sua inbox, che lo porta a una sbrigativa segnalazione spam piuttosto che alla regolare procedura di disiscrizione.

Come evitare le blacklist

Per non correre il rischio di essere inseriti in blacklist o segnalati come spammer, è fondamentale adottare le seguenti misure:

  • Inviare email solo ai contatti che hanno dato il proprio consenso esplicito e volontario a ricevere le comunicazioni
  • Non acquistare o noleggiare, in nessuna circostanza, liste di indirizzi email da terzi
  • Non aggiungere indirizzi email a un database di contatti esistente: gli indirizzi email devono sempre e solo passare per la conferma tramite double opt-in
  • Non inviare messaggi a liste di contatti disponibili pubblicamente
  • Non raccogliere contatti e indirizzi email su internet.

L’infrastruttura di invio è l’aspetto decisivo, il più importante: rispettando i migliori standard di sicurezza, un’infrastruttura affidabile come MailUp apporta al brand due grandi benefici, consentendo di:

  • Ottimizzare il tasso di recapito delle email
  • Dare alle email la necessaria protezione da eventuali interferenze spamphishing e da ogni uso fraudolento delle email.

Come comportarsi nelle settimane dell’emergenza

Nella situazione attuale, se è vero che assistiamo in alcuni casi a netti miglioramenti dei risultati di invio, è altrettanto vero che un messaggio sbagliato o una pratica sbagliata possono comportare problemi di branding e reputazione di invio ancora peggiori rispetto al passato. Ecco alcuni consigli dal nostro team Deliverability:

› Ogni progetto di comunicazione deve passare prima dalla domanda: “i destinatari hanno veramente bisogno di ricevere questa comunicazione?

› Non approfittare della situazione di emergenza per caricare nel database nuovi contatti ai quali non hai mai spedito prima. Potresti andare incontro a un calo di reputazione o addirittura a un blacklisting

› Se vuoi vendere qualcosa o lanciare particolari promozioni in questo momento, ti  consiglio caldamente di ripensarci.

Prima dell’invio, fai sempre un email check-up

Gli elementi dell’email su cui effettuare test non si limitano ai provider di posta (Hotmail, Gmail, Yahoo!, Virgilio…), ma riguardano anche aspetti come i link inseriti nel messaggio, i codici di tracciamento web analytics, le dimensioni dell’email e altro ancora.

MailUp ti aiuta a gestire questa delicata attività di testing, mettendo a disposizione Email Check-up, un set di funzioni con cui comprendere, a un veloce sguardo, se nella tua campagna sono presenti criticità dal punto di vista tecnico.

Trovi Email Check-up accedendo alla pagina Riepilogo.

Sotto l’anteprima dell’email troverai uno specchietto: Check-up del messaggio, che ti offre una panoramica, una sorta di panoramica sullo “stato di salute” dell’email.

Cliccando le voci colorate, sarai indirizzato alla sezione Email Check-up, dove conoscere nel dettaglio eventuali problematiche e criticità da sanare prima dell’invio.

Check-up: la risposta a 7 domande chiave

Esistono problemi gravi che bloccano l’invio?
È attivo il tracciamento dei link?
È presente il link di disiscrizione?
I link inseriti sono in lista nera?
È stato aggiunto il sommario (o preheader)?
C’è un codice di tracciamento web analytics?
La dimensione del messaggio è quella ottimale?

Il consiglio è quello di dare sempre uno sguardo alla sezione Email Check-up prima di lanciare la tua campagna: il miglior modo per evitare errori tecnici nelle tue comunicazioni e scongiurare possibili cadute in blacklist.

Se ancora non l’avessi fatto, il consiglio è di provare MailUp. Richiedi una trial della piattaforma: potrai usare MailUp gratis per 30 giorni.

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Andrea Serventi

Sono nato nel 1986 a Milano, dove mi sono laureato in lettere moderne e ho iniziato a scrivere di tante cose per quotidiani online, magazine e notiziari tivù. Convertito al marketing e al mondo digital, sono content editor di MailUp: leggo, ascolto, raccolgo spunti e scrivo, per raccontare cos'è l'email marketing e come renderlo strategico.

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