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Andrea Serventi
24 Maggio 2018
Tempo di lettura: 4 min.

Nuova Video Academy! Il Growth Hacking in 6 puntate, con Raffaele Gaito

Il mondo dei pirati della crescita in un video-corso dedicato. Gaito ci guida tra le origini del Growth Hacking e nel suo presente, tra funnel, casi di studio, tool e sinergie con il canale email.

Vengono chiamati pirati della crescita, ma il nome non deve trarre in inganno. Sono professionisti a tutto tondo, che operano con metodo, disciplina, visione sistemica.

Il Growth Hacker ha radici giovani, ed è una figura in costante ascesa, perché dal suo operato sono scaturiti alcuni dei più brillanti successi imprenditoriali dell’ultimo decennio.

I pirati della crescita padroneggiano il Digital Marketing, il prodotto e i dati, conoscendo a fondo mercati, processi e relazioni tra brand e clienti. Innovano con strategie specifiche, ritagliate sul singolo caso aziendale ma guidate da un unico grande obiettivo: la crescita del business.

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Al tuo fianco per crescere, ogni giorno

Dallo sviluppo di integrazioni al supporto strategico, dalla creazione di concept creativi all’ottimizzazione dei risultati.

Se la definizione è accessibile a tutti, ancora per molti è oscuro l’effettivo operato. Per far luce su metodi, tecniche e strumenti, abbiamo voluto dedicare al Growth Hacking la nuova Video Academy, affidandoci alle competenze di Raffaele Gaito. In 6 puntate scopriremo come e perché nasce la disciplina, i suoi tool, il funnel, le sinergie con il canale email e 4 casi di studio.

Per guardare i video, basta iscriversi gratuitamente qui.

Chi è Raffaele Gaito?

Imprenditore Digitale, Growth Hacker, Startup Mentor, Blogger. Tutto questo e altro ancora è Raffaele Gaito, che di sé racconta: “A 15 anni ho scritto la mia prima riga di codice, a 17 ho aperto il mio primo blog e a 20 ho lanciato la mia prima azienda”.

È prima di tutto un imprenditore. Negli anni ha lanciato decine di prodotti in diversi settori (sia web che mobile) raccogliendo milioni di utenti in giro per il mondo. Allo stesso tempo affianca aziende, startup e professionisti nei loro progetti attraverso la consulenza, la formazione e il coaching.

Il piano dell’opera

#1 | Introduzione al Growth Hacking

Raffaele introduce la disciplina partendo dal macro-contesto: dove nasce e come, focalizzandosi soprattutto sul perché sia sorta la necessità del Growth Hacker.

La nascita è riconducibile a un nome ben preciso: Sean Ellis, che nel luglio del 2010 scrisse un articolo che divenne il manifesto della disciplina. Teatro di tutto, la Silicon Valley, la culla dell’innovazione e delle start up, da cui emersero molti degli attuali protagonisti del mercato.

Perché proprio il mondo delle start up? Perché si trovano a operare in condizioni di scarsità di risorse, di tempo e budget. Di conseguenza, per competere con i giganti, le start up devono necessariamente inventarsi strategie alternative.

Nella prima puntata Gaito ci accompagna allora nel contesto storico in cui il Growth Hacking nacque e affondò profonde radici, per poi analizzare il principio anticonvenzionale che, ancora oggi, guida l’operato dei pirati della crescita.

#2 | Quattro casi studio

Anche i giganti sono stati bambini. Per esempio Dropbox, nel giro di 12 mesi, ha visto i suoi utenti passare da 100 mila a 4 milioni. Una crescita anomala, impensabile adottando le canoniche strategie di marketing. A metterci lo zampino fu proprio Sean Ellis.

Quando arrivò in Dropbox, Ellis mise da parte AdWords – il canale più usato dall’azienda – per sperimentare una nuova strategia: incentivare l’utente a invitare un conoscente in Dropbox per ottenere gratuitamente ulteriore spazio. Nacque così il referral marketing che, se oggi è una best practice, ai tempi rappresentò una formidabile operazione di Growth Hacking.

Nella seconda puntata Gaito ci racconterà nel dettaglio il caso Dropbox e altre tre  storie esemplari: HotmailInstagram e Airbnb, piccole realtà ambiziose divenute colossi grazie al Growth Hacking.

#3 | Il funnel dei pirati

Il Growth Hacker opera all’interno di un framework preciso, chiamato il funnel dei pirati, composto di 6 distinte fasi. In questo caso il nome che rimarrà nei libri è quello di Dave McClure, che elaborò il modello ad oggi più diffuso per fare Growth Hacking e descrivere, in sei passaggi,  l’intero flusso dell’utente all’interno di un business,.

Awareness, Acquisition e Activation – i primi tre step del funnel – sanciscono l’utilizzo del servizio da parte dell’utente; alla tripla A fa seguito la tripla R: Retention, Revenue e Referral.

Nella terza puntata Gaito sezionerà per noi il flusso, descrivendo ciascuno dei 6 livelli e razionalizzando il modo con cui l’utente entra in contatto con un prodotto o servizio.

#4 | Growth Hacking & Email Marketing

Si può fare Email Hacking? La risposta è sì, dal momento che il Growth Hacking è un “processo di sperimentazione rapida sul prodotto e sui canali di marketing”. Nella quarta puntata ci concentreremo sulla sperimentazione su un canale ben preciso: l’email.

Se intuitivamente si potrebbe pensare che l’email sia efficace soprattutto ai piani alti del funnel (a livello di acquisition), Gaito ci convincerà a utilizzarlo anche per la parte inferiore: la retention ad esempio, per riattivare l’utente o riportarlo sulla piattaforma, che sia un’app o un e-commerce.

Gaito indagherà per noi le possibili sinergie tra il Growth Hacking e il canale email, fornendoti consigli, best practice e casi di studio.

#5 | Strumenti a supporto dell’Email Marketing

Nella quinta puntata lasceremo la parte più strategica per entrare nell’operativo. Esistono dei tool che consentono di dare slancio e nuovo impulso a una strategia di Email Marketing. Per ogni elemento dell’email Gaito saprà indicarci uno strumento di sicura utilità, per ottimizzare il versante testuale come quello grafico.

Per esempio Good Email Copy, estremamente semplice ed essenziale, ma utilissimo: di fatto è una galleria per trarre ispirazione dai copy di grandi aziende come Slack e Pinterest; e se dovessi trovare buoni modelli per il design? E per le drip campaign? Raffaele Gaito ha un tool per ogni evenienza.

#6 | Strumenti per creare contenuti

Con l’ultima puntata ci sposteremo sugli strumenti e i tool che aiutano il Growth Hacker nella produzione dei contenuti – dalla ricerca degli argomenti alla definizione delle keyword – per attrarre utenti e potenziali tali.

Partiremo dai più noti, come Google Trends – che permette di capire quanto interesse catalizza nel tempo una parola chiave – e Answer The Public, per arrivare a quelli più specifici  e focalizzati.

6 lezioni, da guardare subito

La Video Academy Growth Hacking: sperimentare per crescere è un percorso di apprendimento in 6 video lezioni. Per guardarle, basta iscriversi compilando un semplice form.
Non ci resta che augurarti buona visione, nella speranza che questo percorso possa tradursi nella pratica di tutti i giorni.

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Andrea Serventi

Sono nato nel 1986 a Milano, dove mi sono laureato in lettere moderne e ho iniziato a scrivere di tante cose per quotidiani online, magazine e notiziari tivù. Convertito al marketing e al mondo digital, sono content editor di MailUp: leggo, ascolto, raccolgo spunti e scrivo, per raccontare cos'è l'email marketing e come renderlo strategico.

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